Mi guardano tutti con stupore. Qualsiasi cosa faccia, tutti trovano che è una cosa stupefacente.
E io non mi sforzo neanche. Tutto viene da sé.
Zabolockij una volta ha detto che è mia facoltà comandare le sfere. Probabilmente scherzava. Io non avevo nemmeno mai pensato niente di simile.
All’unione degli scrittori mi considerano chissà perché un angelo.
Ascoltate, amici! Non sta bene dopotutto inchinarsi così davanti a me. Io sono come tutti voi, solo un po’ meglio.
Daniil Kharms. Disastri. Traduzione di Paolo Nori. Einaudi, 2003